Esplorando i legami tra la cultura romaní ed il campo della traduzione

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Arti visive

Arti Visive è un termine che abbraccia varie forme artistiche, tra cui il disegno, la pittura, la scultura, il design, e più recentemente, l’arte digitale e la new media art. Dal punto di vista storico, ci sono molti tipi e generi diversi di arte visiva, dalle belle arti delle accademie e dall’arte religiosa, alle arti decorative e alle opere che usano nuovi mezzi di comunicazione. Tradizionalmente, è una combinazione di estetica, pensiero intellettuale ed abilità a conferire lo status di “arte” ad un’opera. I criteri in base a cui è definita l’arte variano all’interno delle varie tradizioni (culture e periodi storici). I critici e gli storici dell’arte hanno spesso distinto tra le “belle arti” e l’“artigianato”, il quale sottintende una maggiore importanza del fine utilitaristico e funzionale rispetto ad un concetto o ad un’idea creativa intellettuale ed astratta. Le ideologie appoggiate dalle istituzioni e dai patrocini hanno tradizionalmente determinato gli standard estetici. Allo stesso modo, gli eventi storici (guerre, violenze e realtà economiche) trasformano il rapporto dell’arte con il mondo. Nel tardo ventesimo secolo, il postmodernismo ha ridefinito il concetto di “significato” nell’arte, spostando l’attenzione dall’oggettivo al soggettivo. Di conseguenza, il valore di un’opera d’arte emerge in congiunzione con la partecipazione degli osservatori, le cui opinioni ed esperienze personali contribuiscono a creare un’esperienza artistica ricca di significato. In un mondo contemporaneo che grazie alla tecnologia è sempre più permeato da una cultura visiva, gli studi sulle arti visive mirano alla comprensione della produzione artistica non solo in termini di storia sociale e politica, ma anche di semiotica del visivo, con una presa di coscienza dell’importanza dell’immagine nella rappresentazione. Questo ha comportato a riconsiderare il concetto di alfabetizzazione visiva, che definisce il modo in cui un osservatore riconosce, interpreta ed analizza, in altre parole “legge”, una grande varietà di immagini. 

Dopo essere stati rappresentati culturalmente da altri per decenni, gli artisti visivi romaní cominciano ora ad essere accettati come parte della cultura ufficiale ed istituzionale del mondo. In qualità di artisti, essi esercitano il loro diritto legittimo di scegliere se le loro creazioni artistiche saranno concentrate sulla rappresentazione delle sfaccettature della cultura romaní, oppure se saranno semplicemente un prodotto delle identità romaní che sono parte della loro vita e della loro esperienza. Come nel caso di altre comunità culturali ed etniche che sono tradizionalmente sottorappresentate nel mercato internazionale, gli artisti romaní continuano comunque a combattere con l’idea che gli altri si aspettino di trovare nel loro lavoro quei ritratti etnografici ed antropologici di aspetti della cultura romaní che sono poco conosciuti o incompresi. L’arte romaní, tuttavia, varia secondo le singole visioni artistiche di ciascun individuo, anche riflettendo le molteplici dimensioni storiche, culturali e linguistiche che costituiscono l’esperienza romaní a livello globale. Queste comprendono le rappresentazioni di esperienze come il Porrajmos, le discriminazioni e le persecuzioni, ed i simboli associati con le origini indiane, i viaggi ed il nomadismo. Alcuni artisti romaní famosi sono: Ceija Stojka (Austria), un membro della famiglia Stojka sopravvissuto all’Olocausto, Karlis Rudevics (Latvia), Gabi Jimenez (Francia), János Balázs (Ungheria), István Szentandrássy (Ungheria), Daniel Baker (Inghilterra), Katarzyna Pollok (Ucraina/Polonia), Sandra Jayat (Italia), Bruno Morelli (Italia), e Helios Gómez (Spagna). Il pittore ungherese Zoltán Ádám è diventato famoso grazie alla sua serie di ritratti romaní, ed il romaní ungherese Tímea Junghaus ha trattato di pittori romaní dal punto di vista della storia dell’arte. In tempi più recenti, il padiglione romaní alla Biennale di Venezia (2007) divenne un luogo di ritrovo per alcuni artisti romaní. Molti pittori ed artisti visivi romaní scrivono anche in modo creativo, specialmente poesia. In Canada, l’artista romaní Lynn Hutchinson Lee è nota per la sua arte e la sua poesia, e parteciperà insieme alla scrittrice romaní Hedina Sijerčić e ad altri a "Chiama il testimone" al Secondo padiglione romaní della Biennale di Venezia nel 2011.

Bibliografia:

ACB Galéria (ed), Ádám, Zoltán. Festmények-Akvarellek-Rajzok. 2002-2004, Budapest (2004).

Cigány Kulturális és Közművelődési Egyesület (ed), Alkotások Az - Erdős Kamill Cigány Múzeum - Képzőművészeti Anyagából, Pécs (2005).

Courthiade, Marcel (ed), "Un peintre rrom de Hongrie: Balázs, János (1905-1977)", Missives (Paris: Société littéraire de La Poste et de France Télécom, 2002) (225) 48-49.

Kerékgyártó, István (2007), Szentandrássy István, Budapest: L`Harmattan Kiadó / Kossuth Klub.

ROMBASE, "Personalities", University of Graz, Austria. Available online.

Stoffers, Nina, "ReviewThe forgotten Europeans. Art of the Romanies, Romanies in artModernity from Tradition. Perspectives on Romani/Gypsy cultures", Romani Studies (Liverpool: Liverpool University Press, June 2010) (20, 1) 94-99

Stokstad, Marilyn (2002), Art History. 2nd Edition. Vols 1 & 2, Upper Saddle River: Prentice-Hall, Inc.

 


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Una parola romaní a caso Other Romani Word
Trobul ma interpretóri. (Kalderash)
Trubuj ma nakhavno. (Gurbeti)
Trubuj mange jekh boldari. (Lovari)
Trubul man jek interpretori. (Xoraxane)
 I need an interpreter. (EN)  Eu preciso de um intérprete. (PT)  J'ai besoin d'un interprète. (FR)  Necesito un interprete. (ES)  Ich brauche einen Dolmetscher. (DE)  Szükségem van egy tolmácsra. (HU)  Ho bisogno di un interprete (IT)  Çevirmene ihtiyacım var. (TR)  Potřebuji tlumočníka. (CS)


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