Esplorando i legami tra la cultura romaní ed il campo della traduzione

Translation Romani ha deciso di mantenere l'uso del termine Romani per tutte le versioni linguistiche di questa website, includendo e riferendosi sia alla lingua sia alle popolazioni di tutte le diverse comunità etniche del mondo come per esempio le comunità Roma, Sinti, Manuš, Calé, Romanichal, Kalé, e tante altre. Per ulteriori spiegazioni leggere per favore gli importanti commenti esplicativi dei nostri traduttori e le traduzioni attualmente in uso ai diversi livelli locali, nazionali e regionali.

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Tradurre la storia -- sulla linea del fronte romaní
Tradurre la storia -- sulla linea del fronte romaní
I traduttori sono stati tradizionalmente i canali silenziosi, e spesso invisibili, che hanno permesso il contatto ed il trasferimento di conoscenze ed espressioni culturali. Le loro storie individuali si intrecciano con le storie collettive di esplorazione, commercio, colonizzazione e guerre, creando nuove identità nelle narrazioni della storia locale e globale.
La prospettiva attuale sulla narrazione storica riflette chiaramente l’importanza di includere le voci e le storie di coloro che sono stati emarginati o costretti al silenzio dai resoconti storici ufficiali dominanti. Chi ha parlato per chi nella narrazione della storia romaní?
Due eventi hanno rappresentato i primi tentativi organizzati di attivismo romaní su scala globale. Nel 1971, la bandiera e l’inno romaní furono adottati al primo Congresso Mondiale dei Romaní. Nel 1978, l’Unione Internazionale dei Romaní fu ufficialmente fondata al Secondo Congresso Mondiale dei Romaní.
I termini Porrajmos e Samudaripen sono usati per indicare l’“Olocausto dei romaní”. Tra i 500.000 ed il milione di Roma e Sinti perirono, anche nei campi di concentramento di Auschwitz e Lety. I resoconti storici e le testimonianze dei sopravvissuti stanno dando voce a questo genocidio “dimenticato”.